Può succedere, in alcune situazioni, che lo statuto come Residente non
Abituale non sia concesso da parte dell’Agenzia entrate Portoghese. Questo
succede quando la domanda non è istruita correttamente e non obbedendo a tutti
i requisiti richiesti per la concessione dello Statuto RNH (Residente não Habitual).
Una delle ragioni più usuali, ma l’unica, è la possibile l’incoerenza tra
la data di fissazione residenza nel territorio portoghese e la data di
richiesta di concessione, come succede, per esempio, quando si fissa la
residenza in un anno ma si richiede la concessione a partire dall’anno seguente,
indicando quell’anno come il primo anno. In questo caso si verifica una
incoerenza tra l’anno di entrata (esempio 2016) e l’anno di richiesta concessione (esempio 2017) per cui risulta automaticamente non adempiuto il
criterio della non residenza nei 5 anni anteriori all’anno di concessione, e conseguentemente
occorre un rifiuto nell’ottenimento dello statuto.
Una situazione di rifiuto concessione dello statuto come Residente non
Abituale può verificarsi anche quando è istruita la rispettiva domanda fuori
dal termine legalmente previsto. A questo proposito ricordiamo che il termine
per istruire la domanda è entro il 31 marzo dell’anno seguente a quello in cui
si è fissata la residenza per la prima volta.
In tutti questi casi e in altri analoghi l’agenzia delle entrate portoghese
non concede lo Statuto fiscale RNH, ed elabora un progetto di rifiuto della
richiesta che è obbligatoriamente previamente notificato al richiedente il
quale ha un termine, di 15 giorni, per poter esporre le sue ragioni ed indurre
l’amministrazione fiscale a modificare l’intenzione di rifiuto nella
concessione dello Statuto RNH.
Se il richiedente non fa uso della facoltà di rispondere, o facendone, se
le argomentazioni non sono accolte, l’agenzia delle entrate portoghese emette
una decisione definitiva di rifiuto concessione statuto come Residente non
Abituale la quale è notificata al richiedente.
La notifica può essere eseguita in due modi: Tramite cartaceo postale all’indirizzo
della residenza portoghese per semplice deposito (per cui, se si è in attesa di
una qualche risposta, è opportuno aver
qualcuno che verifichi la cassetta postale in caso di assenza prolungata);
oppure tramite notifica elettronica nella casella postale elettronica per chi
vi abbia aderito (in questo caso esiste una dilazione di legge di 5 giorni
dalla data di deposito).
Con la notifica della decisione definitiva di non concessione dello statuto
come Residente non Abituale, il richiedente può reagire in due modi:
-
Facendo
un ricorso gerarchico al ministro delle finanze, spiegando le sue
argomentazioni per invertire la decisione dell’amministrazione fiscale –
termine 20 gironi dalla notifica –
-
Oppure
tramite ricorso giudiziale presso il Tribunale Fiscale ed Amministrativo di
competenza territoriale (il corrispondente al TAR italiano) il quale può essere
depositato nel termine di 3 mesi dalla notifica (oppure 90 giorni se incorre in
periodo di sospensione delle ferie giudiziali).
Decorsi questi due termini senza nessuna reazione
la decisione di rifiuto concessione statuto come Residente non Abituale passa
in giudicato e diviene definitiva ed immodificabile.
Da sottolineare che quando possibile è sempre
conveniente usare i mezzi di ricorso stragiudiziali, dentro la stessa
amministrazione fiscale. Infatti il ricorso giudiziale, oltre alla maggior
formalità e inerenti costi (non ultimo paga una tassa giudiziale di deposito di
circa 612,00€) incorre nella difficoltà
di dover giustificare alla luce della legislazione vigente un errore della
decisione dell’amministrazione fiscale, che porti il giudice a decidere nel
senso di annullare la decisone presa.
Ovvero, se in caso di ricorso in fase
stragiudiziale presso l’amministrazione fiscale è possibile chiarire eventuali
errori commessi e chiedere la rettifica; nel ricorso giudiziale, essendo la
decisione dell’amministrazione fiscale già definitiva e perfezionata, la
situazione si capovolge, per cui, per poterla modificare è necessario annullarla,
per cui diviene necessario dimostrare l’illegalità della riferita decisione alla
luce dell’ordinamento giuridico vigente, non essendo sufficiente chiarire
possibili errori od omissioni del richiedente (come in fase stragiudiziale) le
quali, in alcune situazioni possono
addirittura confortare la decisione dell’amministrazione fiscale.