Apertura di un magazzino all'estero.
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Il consignment stock in Germania -
La
classica e tradizionale attività da esportatore - la consegna "ex
works" - non soddisfa piu le esigenze di tanti operatori economici di
oggi.
L'industria
tedesca segnala da anni ai fornitori o subfornitori italiani la propria attesa
di instaurare un rapporto piu cooperativo e dinamico, spesso in forma di una
richiesta per l'apertura di un magazzino in Germania o direttamente presso il
cliente.
Oltre
al calcolo dei costi è opportuno informarsi delle evtl. conseguenze
fiscali-amministrativi prima di realizzare un tale progetto.
La
CE ha proposto ai paesi membri alcune facilitazioni (vigenti in Italia, in
Francia ed altri) per organizzare la vendita di prodotti provenienti
dall'estero nel paese dove ha sede il futuro acquirente di conseguenza che la
vendita rimane una intercomunitaria senza obbligo di fatturare IVA.
Per
la Germania invece vale che merce introdotta e non gia venduta ad un acquirente
tedesco diventa effettivamente "tedesca" e deve essere (ri)venduta
con l'IVA tedeca del 19 %.
Gli
obblighi fiscali-amministrativi non sono gravi, ma provocano dei costi:
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la dichiarazione IVA fino al 10. del mese succ.
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la dichiarazione (statistica) Intrastat.
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trasferimento dell'IVA incassata al fisco.
Quasi
piu importante risulta l'attenzione al sistema di come organizzare la presenza
di un consignment stock in Germania. La convenzione contro la doppia
impostazione richiede l'assoluta assenza di persone o personale del venditore
straniero con poteri decisionali in Germania.
Attenzione:
la persona con potere decisionale per le vendite può essere anche il cliente
tedesco stesso con procura del venditore italiano!
In
difetto di ciò l'azienda italiana con magazzino in Germania rischia di essere
giudicata avente una stabile organizzazione tedesca a tutti gli effetti e con
tutte le conseguenze giuridiche-fiscali.
Per
instaurare un sicuro rapporto di compravendita per via di un magazzino
all'estero è opportuno concludere un contratto, ma non solo: serve il controllo
di un esperto con esperienza per evitare errori formali e brutte sorprese.
Un
esempio solo: chi non ha fatturato al cliente l'IVA per anni, appena scoperto
l'errore deve alla finanza il totale del non incassato anche se il cliente nel
frattempo è fallito.
Avv.T.O.Schillik
www.schillik.it