Avv Piero Viganego |
a cura di Piero Viganego - avvocato in Spagna (Barcellona e Madrid)
La risposta del Governo alla problematica dei pagamenti tardivi, specialmente grave in Spagna, si é attuata con la Legge 15/2010.
La risposta del Governo alla problematica dei pagamenti tardivi, specialmente grave in Spagna, si é attuata con la Legge 15/2010.
Prima della riforma la Legge é
servita unicamente per poter richiedere interessi maggiorati ai morosi, solo
quando si arrivava alla causa giudiziale. Infatti, negli anni previ alla crisi,
invece di interessi del 5% si riusciva a richiedere interessi del 10/11 %, ma
sempre in sede giudiziale, mai in via transattiva.
La riforma non introduce la via
di sanzioni amministrative per costringere all’adempimento dei termini legali
di pagamento, ma lascia ai propri imprenditori la carica di denunciarsi a
vicenda e ai clienti, quando lo considerino conveniente ai propri interessi. Si
tratta dunque di un intervento del Governo poco invasivo sul mercato, anche se
realmente introduce il termine massimo di pagamento di 60 giorni nelle
operazioni commerciali. La Spagna si é anticipata alla riforma della Direttiva
sulla morosità e ha deciso di stabilire un termine di pagamento massimo di 60
giorni, con questo regime transitorio:
Dal 07/07/2010 fino al 31/12/2011
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85 giorni
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Dal 01/01/2012 al 31/12/2012
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75 giorni
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A partire dal 1/01/2013
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60 giorni
|
Si comincierà a contare dalla
data di consegna, anche in presenza di un termine per l’esame e eventuale
accettazione della merce.
Le Aziende dovranno fatturare
entro i 30 giorni dalla consegna.
Il concetto “giorni” va riferito
a giorni naturali, non solo i feriali.
La volontà del legislatore é
quella di stabilire il limite massimo dei 60 giorni anche se ha domenticato di
derogare l’antico articolo 9, nel quale si qualifica il regime legale dei 60
giorni come sussidiario e sembra che lascia questa materia alla autonomia delle
parti, autorizzando allora clausole di allungamento dei termini di pagamento,
sempre che non siano abusive. La soluzione per annullare questa incongruenza
della norma sarà quella della deroga dell’articolo 9 o dell’inapplicazione da
parte dei tribunali, che dovranno rispettare il limite dei 60 giorni.
É vero che la Raccomandazione
legislativa del Parlamento Europeo per la riforma della Direttiva va nella
linea di accettare l’estensione del termine di 60 giorni, sempre che non si
tratti di situazioni abusive, ma sembra chiaro che la Spagna ha deciso di
seguire la linea dura del termine massimo inderogabile dalle parti.
Cosa succede se un cliente paga
oltre ai 60 giorni?
Come indicato prima, la
soluzione se la dovrà cercare il proprio fornitore che, se vorrà alzare la bandiera
dei propri diritti di fronte al cliente, dovrà:
§
Aspettare che finisca il rapporto con
il cliente. Infatti, quale azienda andrà dal cliente a dire che é inadempiente
con i termini di pagamento e che deve pagare gli interessi maggiorati?
§
Nel momento in cui il rapporto sia
finito, senza speranza di riorientamento futuro, allora il fornitore potrà
andare dal Giudice per richiedere gli interessi, possibiltà questa che esisteva
prima della riforma e che pochi hanno deciso di portare avanti.
Ci domandiamo se il fornitore potrebbe chiedere i danni.
La Raccomandazione sulla riforma della Direttiva parla indirettamente di questa
possibilità. Cosa succederebbe allora se un fornitore fallisse per i termini di
pagamento nulli imposti da un cliente? In linea teorica potrebbe chiedere i
danni al cliente poiché il Tribunale ha la possibilità di intervenire nelle
conseguenze dovute a clausole inefficaci (art. 1.258 Codice Civile spagnolo).
Un’altra via di azione la offre la Legge sulla
Concorrenza Sleale. Il fornitore che non accetta pagamenti superiori a 60
giorni e vede come altri concorrenti vengono contrattati da un cliente che
supera tale termine legale di pagamento, potrebbe fare causa a quel cliente
perso e al fornitore tollerante, per concorrenza sleale e chiedere i danni.
Dovrebbe comunque dimostrare che il punto del termine prolungato di pagamento é
stato determinante per il rapporto tra il cliente e quel concorrente.
La Legge sui pagamenti tardivi da
alle associazioni imprenditoriali, camere di commercio e consigli di ordini
professionali, la possibilità di agire nei tribunali per l’annullamento di
pratiche continuative di inadempimento dei termini di pagamento. Fin’ora questi
enti non hanno agito in quest’ambito. Staremo a vedere se cambia questa situazione
nel futuro.
Esisterà un’altra conseguenza
per le aziende che pagheranno più in là dei 60 giorni. La Legge impone
l’obbligo di indicare nella Nota Integrativa le “informazioni sui termini di pagamento ai fornitori”.
Questa conseguenza può essere più
apparente che reale, per questi motivi:
a)
In Spagna non esiste una specifica
sanzione per le aziende che preparano male o in maniera incompleta la propria
Nota Integrativa.
b)
Probabilmente, un’azienda che paga
oltre ai 60 giorni potrebbe indicare nella Nota Integrativa: “Nei pagamenti ai fornitori l’Azienda
rispetta gli obblighi contenuti nella Legge 3/2004, del 29 Dicembre e non
applica clausole che potessero essere abusive secondo i criteri dell’articolo 9
di tale norma”. Nel caso di aziende soggette all’obbligo di revisione dei
conti, staremo a vedere cosa ammettono i revisori.
A nostro avviso la riforma da
degli strumenti per fare pressione sulle aziende che pagano tardi, staremo a
vedere se i fornitori o gli enti associativi pubblici o privati decidono di
agire.