a cura di: Paolo Pozzan Avvocato in Portogallo (Porto Lisbona)
Crediamo che tutti gli imprenditori italiani che hanno relazioni commerciali con il Portogallo sono soggetti a pagamento con assegno (a volte post-datato, che è legale in Portogallo) correndo quindi il rischio, prima o poi, di imbattersi in problemi relativi a questo mezzo di pagamento.
Crediamo che tutti gli imprenditori italiani che hanno relazioni commerciali con il Portogallo sono soggetti a pagamento con assegno (a volte post-datato, che è legale in Portogallo) correndo quindi il rischio, prima o poi, di imbattersi in problemi relativi a questo mezzo di pagamento.
Infatti in Portogallo esiste un
uso ed un abuso (come spiegheremo) dell’assegno come mezzo di pagamento.
Senza voler cedere alla
tentazione di penetrare nell’essenza
giuridica della relazione
trilaterale (che per facilità
chiameremo: debitore portoghese, banca, beneficiario o legittimo portatore
italiano) vogliamo in modo semplice e
diretto richiamare l’attenzione su alcuni punti importanti al fine di tutelare
gli interessi degli imprenditori creditori ed evitare perdita di diritti e
conseguentemente di denaro.
L’IMPORTANZA DELL’INTEGRITÁ DELL’EFFETTO “ASSEGNO”
Senza voler fare una analisi
giuridica approfondita possiamo dire che l’assegno è un mandato di pagamento
emesso dal debitore, che emette un ordine
scritto alla sua
banca di pagare
una determinata somma
in una certa
data al beneficiario iscritto, o legittimo portatore per girata,
essendo ovviamente soggiacente un obbligo di fondi, senza i quali, la
banca non è obbligata a pagare.
A questo titolo cambiario
(assegno) l’ordinamento giuridico portoghese riconosce la valenza di titolo esecutivo,
ovvero permette di
procedere immediatamente alla
fase di esecuzione forzata e pignoramento, senza
necessità di passare
per la fase del Decreto Ingiuntivo/Sentenza.
Tuttavia perché questa valenza
di titolo esecutivo rimanga intatta è indispensabile che siano garantiti alcuni
aspetti legali dell’assegno, che di seguito enumereremo. Questi accorgimenti legali sono indispensabili anche per
(come spiegheremo) preservare i diritti
di rivalsa per responsibilità civile extra-contrattuale contro la stessa banca,
che in determinati casi (revoca
ingiustificata dell’assegno), è possibile
effettuare.
1 – ATTENZIONE
ALLA SCADENZA DELL’ASSEGNO PORTOGHESE
Come abbiamo già spiegato, l’assegno in Portogallo è usato ed
abusato. É usuale per gli imprenditori portoghesi emettere assegni,
anche post-datati, per pagare anche ratealmente la merce o per garantirne la
sua consegna.
Questo uso dell’assegno è
improprio giacché l’assegno non è un mezzo di
garanzia (come cambiale o tratta), ma un ordine di pagamento a vista.
Al fine di tentar porre un freno
a questo uso improprio dell’assegno, dal 2006, la Banca del Portogallo ha
creato la facoltà (che quasi tutte le banche usano) di emettere assegni a
termine.
Ovvero l’assegno portoghese ha
una scadenza di validità dopo la quale scade perdendo ogni effetto come titolo
cambiario (vedere immagine in calce). Ad ogni modo il limite
temporale non può lesare il periodo legale
di incasso, (che sarà spiegato più avanti), per cui se un assegno è emesso a
ridosso del suo termine (ad esempio il giorno prima), la procedura di incasso,
8 o 20 giorni, può superare la
validità, l’importante è
che la data
compilata sia anteriore
a quella di
validità dell’assegno).
La data
di validità, che
normalmente è stampata
nella parte superiore
destra frontale dell’assegno (vedere immagine in calce) e determina il limite temporale del medesimo, come se fosse un alimento,
per fare un esempio della nostra vita quotidiana.
Se l’assegno viene emesso con
data posteriore a quella della sua validità, l’assegno è invalido, e la banca puó
non pagarlo indipendentemente dall’esistenza di fondi, per “fuori termine”.
Quindi quando
una azienda riceve
un assegno portoghese
è indispensabile che
verifichi immediatamente se la data di pagamento compilata dal debitore
nell’assegno, sia anteriore alla data di scadenza apposta nella parte superiore
destra (parte anteriore dell’assegno).
Se la data compilata è
posteriore alla validità dell’assegno,
il medesimo non ha nessuna valenza
giuridica come assegno. Essendo al massimo un documento privato di riconoscimento
di debito.
Ad ogni modo l’inserzione della
scadenza non é obbligatoria, infatti lacune banche (non tutte) e per alcuni
clienti piú fidati, emette assegni senza data di scadenza.